Alla decima edizione il suo ideatore si racconta: da lavapiatti in Svezia a un congresso di cucina internazionale.
Massimo Bottura e Paolo Marchi a Identità Golose 2014 |
«All’inizio lavoravo come lavapiatti in Svezia ma il mio
sogno era fare il cuoco». Paolo Marchi, ideatore di Identità Golose, non
nasconde la sua grande passione per la cucina. Uno di quei casi in cui si
decide di non fare cucina ma di scriverci.
Una volta deciso che diventare chef non faceva per lui, ha
iniziato a scrivere prima di sport e poi di cucina su il Giornale. Solo in
seguito è arrivata la fortunata idea di Identità Golose, il congresso di cucina
internazionale che quest’anno giunge alla sua decima edizione e che si terrà a
Milano dal 9 all’11 febbraio. «I primi congressi di cucina sono nati in Spagna
anche se tutti pensano che la Francia sia stata pioniera in questo» confessa
Paolo Marchi e continua: «Dopo aver visto Madrid Fusiòn nel 2003, che celebrava
tutta la grandezza della cucina spagnola, parlando con Carlo (Cracco, ndr) ho
deciso che avremmo dovuto creare un evento tutto nostro. Identità Golose è nato
da una ribellione».
Da allora sono cambiate molte cose, una su tutte internet
che ha permesso la condivisione in tempo reale di foto e commenti sull’evento.
Oggi quasi tutti i cuochi hanno Twitter o un sito internet. Ma non tutto si è
modificato nel tempo. Punto fermo dell’evento è il calore umano, la possibilità
di incontro con cuochi che vengono anche da paesi lontani. «Il primo giorno di
Identità Golose del 2004 era ospite Ferran Adrià – spiega Paolo Marchi – quando
è salito sul palco ci fu uno scroscio di applausi, sembrava che l’Italia avesse
vinto i mondiali».
Anche rispetto alla crisi Identità golose si è sempre posto
in controtendenza. «La quarta edizione nel 2009 aveva avuto un successo
incredibile, nonostante il periodo non proprio propizio. Per questo motivo si
decise di allargare gli spazi adibiti all’evento e trasferirci nell’attuale
sede in via Gattamelata» commenta Marchi. Continua poi «Sembrava una scelta
coraggiosa in quel momento. Il nostro coraggio ha dato l’idea di un congresso
dinamico e concreto».
L’edizione di
quest’anno si pone nella stessa scia, ma gli argomenti trattati, cercano di
essere innovativi. «Parliamo di birra e acqua e di come quest’ultima si possa
usare per salare il cibo». A Identità golose c’è attenzione anche per la cucina
vegetariana: «Oggi si può preparare un’ottima pizza vegana senza che chi la mangia
se ne accorga» dice Paolo Marchi.
Ancora una volta il congresso celebra il piacere della buona
tavola e una cucina che si sforza di parlare ad un mondo che cambia.
Anche quest’anno protagonisti indiscussi di Identità Golose
sono gli chef: da Massimo Bottura a Massimiliano Alajmo, a Niko Romito fino a Carlo Cracco, senza
dimenticare gli stranieri come Gaston Acurrio o Bo
Songvisava dalla Thailandia. Paolo Marchi sull’argomento commenta con un
pizzico di ironia: «Non chiedete mai a un cuoco quanti anni ha, è un lavoro
massacrante che ti logora». Se volete ascoltare dal vivo il fascino di un cuoco
che prepara il suo piatto davanti a voi, Identità Golose sarà aperto anche al
pubblico dal 9 all’11 febbraio alla Fiera di Milano di via Gattamelata.
Barbara Giglioli, MarcellaVezzoli e Francesco Pandolfi (inviati a Identità Golose Milano 2014)
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