martedì 7 maggio 2013

Una giornata a casa Ceretto

In questo racconto ho voluto unire due mie passioni: quella per la scrittura e quella per il buon vino. Qualche week end fa, sono andata ad Alba a visitare la tenuta Ceretto con il mio fidanzato. Questa famiglia è stata la prima a esportare il Barolo in America, tanto che i due fratelli vennero chiamati Barolo's Brother.

Ecco il mio racconto sulla fantastica visita fatta. Immersi nella natura con amore, con il profumo dell'uva che ci avvolgeva.


Design & Wine
I Barolo’s Brother della famiglia Ceretto
Una distesa di vigne di cui non si vede la fine, tanta passione per la terra e l’enologia, con un occhio rivolto al design e alla cucina
Essere sospesi su una vigna all’interno di un acino d’uva enorme che di notte viene illuminato da neon che prendono i colori della maturazione del chicco. Questa è l’esperienza offerta dalla Cantina Ceretto, regina indiscussa della produzione del vino nella zona di Alba. Non è un caso che Bruno e Marcello Ceretto, figli del fondatore dell’azienda Riccardo, venissero chiamati già negli anni Sessanta negli USA “Barolo’s Brothers”.  Furono infatti i primi a importare e far conoscere agli americani il valore di questo vino. La famiglia non produce solo Barolo classico e Chinato, ma anche l’Arneis Blange, il Dolcetto d’Alba, il Barbera, il Nebbiolo, il Barbaresco e il Moscato d’Asti. I vini dei Ceretto sono D.O.C (denominazione di origine controllata) o D.O.C.G. (denominazione di origine controllate garantita). Questi ultimi  prevedono il passaggio di numerosi controlli. Il prodotto D.O.C.G., quindi, è di alta qualità.
I fratelli Ceretto oltre ad essere famosi per la produzione del vino, sono conosciuti anche per l’attenzione al design e alla cucina. La prima passione si coniuga con la presenza, all’interno di ogni tenuta, di un elemento di design, che combini il vecchio con il nuovo. La proprietà di Monsordo- Bernardina, che ospita l’acino, è infatti un vecchio edificio dell’Ottocento, che conserva ancora le tipiche volte a mattoni del tempo. Le stanze dove oggi sono conservate le barrique, erano un tempo le cantine di Vittorio Emanuele, che poco distante dall’edificio aveva costruito un castello che utilizzava come residenza estiva. A quei muri ricchi di storia, sono stati aggiunti elementi nuovi, che però si adattano all’ambiente  e creano una perfetta armonia tra passato e presente, con uno sguardo sempre risvolto al futuro.  Entrare nell’acino è un esperienza sensoriale, non è semplice visita turistica. È trovarsi sospesi sulle vigne che producono vini che tutto il mondo conosce e beve. La produzione della famiglia Ceretto viene esportata per il 50% all’estero, soprattutto in America e in Cina e Giappone.
L’acino non è però l’unico elemento di design delle tenute. C’è anche il cubo, nella tenuta Bricco Rocche, a Castiglione Falletto, dove ci sono le vigne del Barolo. La struttura spigolosa della forma geometrica, ricorda infatti il gusto forte e deciso di questo vino rosso. C’è poi un altro elemento architettonico di cui i fratelli produttori di vino vanno fieri: la Chiesetta SS. Madonna delle Grazie, che è stata ristrutturata e completamente ridipinta con colori sgargianti all’interno e all’esterno da David Tremlet e Sol LeWitt. Si trova in mezzo alle vigne e veniva utilizzata in principio dai contadini, per ripararsi in caso di temporali o violente grandinate. I fratelli Ceretto sono legati all’arte non solo in maniera fisica, ma anche in maniera concettuale. Nei pressi della tenuta Monsordo- Bernardina hanno costruito lo “studio e la casa dell’artista” dallo stile minimal, all’interno della quale ospitano artisti di fama internazionale, che si ritirano in mezzo alla natura per trovare ispirazione per le loro opere. L’altra passione dei Ceretto è per la cucina. Hanno infatti creato nel centro di Alba due ristoranti che occupano i primi posti delle classifiche di Tripadvisor. Sono Piazza Duomo che è affidato allo chef Enrico Crippa e che ha ricevuto tre stelle Michelin e La Pergola, che ripropone  piatti tipici piemontesi.
Il nome Ceretto rimanda quindi a un insieme di concetti: vino, natura, design e cucina. Essere ospitati in una delle loro tenute è una pausa riflessiva, che ogni uomo immerso nella frenetica quotidianità dovrebbe ritagliarsi. Viti e natura a perdita d’occhio, vento tra i capelli che sa di terra e mosto. Profumo di vino, profumo di vita. Perché lo si sa, il vino e la poesia della terra. Degustare un buon vino prodotto dalla famiglia davanti alle colline albesi è un’esperienza che tocca tutti i sensi.  È bello pensare che da lì a qualche mese quelle foglie si coloreranno qua e là di viola e i chicchi maturi compariranno come dolci bacche del nettare degli dei. Riccardo Ceretto un giorno disse: “ Incominciate un percorso difficile, la terra non ha mai creato ricchezze a nessuno”, ma i testardi Bruno e Marcello non avevano dubbi: “siamo per la terra al cento per cento, la cantina certo un poco conta,comunque i grandi vini si fanno con l’uva”. Se papà Riccardo potesse vedere cosa sono diventati ora i suoi figli, potrebbe essere pienamente fiero di loro.
 
Cantina Ceretto, originamente di Vittorio Emanuele

Barrique della Cantina Ceretto

L'Acino dei Ceretto

In primo piano l'Acino dei Ceretto e sullo sfondo la residenza estiva di Vittorio Emanuele

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